L’orientamento sessuale

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L’eteronormatività è la convinzione secondo cui l’orientamento eterosessuale sia l’unico presente di norma all’interno della sessualità umana e che le relazioni sessuali e sentimentali siano legittime solo tra persone del sesso opposto, mentre tutti gli altri orientamenti o tipi di relazione sono “deviazioni” a questa norma.
L’eteronormatività comprende anche la distinzione delle persone in due generi, opposti e complementari, maschio e femmina, i cui rispettivi ruoli si considerano predeterminati dalla natura.

La nostra società è ancora prevalentemente eternonormata ed eteronormativa: anche se ciascun* di noi è liber* di avere le proprie opinioni, dobbiamo però essere consapevoli che sono appunto opinioni e non fatti; il problema è che sulla scia delle opinioni si attuano scelte molto concrete – come quelle politiche, ma anche quelle educative – che possono generare  grave sofferenza in tutte quelle persone la cui identità non rientra nei rigidi confini eteronormativi.  

Un modo per andare oltre le opinioni è, dunque, appellarci alla scienza che ci porta, come sempre, i suoi fatti. 

L’orientamento sessuale è quell’aspetto della nostra identità che risponde alla domanda  “Da quale genere (maschile, femminile, entrambi, nessuno o altri ancora) sono attratt*?” E’ un tratto dell’identità sessuale tendenzialmente stabile nel tempo, anche se non necessariamente immutabile per tutt*, per tutta la vita: approfondisco meglio questo argomento nella puntata numero 7, dedicata alla fluidità sessuale.

Anche se oggi si delinea una distinzione tra “attrazione sessuale” e “attrazione romantica”, quando si parla di orientamento spesso si intende entrambe le cose insieme: la maggior parte delle persone che si riconosce in un orientamento, infatti, prova sia desiderio sessuale sia desiderio di avere delle relazioni romantiche con le persone di un determinato genere o anche più di uno.

L’unico orientamento in cui questa distinzione è più netta – anche se non sappiamo ancora se possiamo definirlo a tutti gli effetti un orientamento – è quello asessuale, che approfondisco nella puntata numero 8: le persone asessuali, infatti, non provano attrazione sessuale nei confronti di nessun genere ma possono provare il desiderio di intrattenere delle relazioni romantiche con delle altre persone e queste persone potrebbero appartenere a diversi generi.

Non è ancora chiaro il motivo per cui una persona finisce con l’identificarsi in un orientamento o in un altro, anche se forse per la maggior parte delle persone è più utile comprendere cosa sia l’orientamento piuttosto che chiedersi da dove arrivi.

Come il genere, anche l’orientamento può essere considerato uno spettro, ovvero un ventaglio di possibilità o, come è stato descritto da alcuni studiosi, una linea continua in cui non è necessario posizionarsi soltanto in uno dei due poli opposti.

Chi ha rappresentato in questo modo l’orientamento sessuale è stato Alfred Kinsey, biologo e sessuologo americano, che è stato tra i primi fautori dell’omosessualità come variabile naturale del comportamento umano e non come patologia. Kinsey con la collega Evelyn Hooker, negli anni ‘50, ha proposto una teoria dell’orientamento sessuale – basata su ricerche che hanno coinvolto moltissimi partecipanti – che sottolinea l’esistenza di diverse sfumature e che ha prodotto la ormai famosa Scala Kinsey.

Anche se gli studi e le teorie di Kinsey sono ormai datati e la scienza è andata e continua ad andare oltre, con ulteriori studi e scoperte sugli orientamenti e sulla sessualità in generale, la scala Kinsey viene usata ancora oggi in alcuni contesti di ricerca e Kinsey e Evelyn Hooker hanno comunque posto le basi per quel processo di depatologizzazione dell’omosessualità che è poi diventato davvero significativo negli anni ‘70.

A questo punto, ci si potrebbe chiedere: ma quanti orientamenti sessuali esistono? In realtà possiamo rispondere a questa domanda solo in base alle conoscenze che abbiamo finora, ma non è detto che ciò che sappiamo adesso non cambi in futuro.

Semplificando, diciamo che possiamo identificare 5 orientamenti sessuali maggiormente conosciuti e studiati:

  • Le persone eterosessuali sono attratte dalle persone del genere opposto.
  • Le persone omosessuali sono attratte da persone del loro stesso genere.
  • Le persone bisessuali sono attratte in egual misura da persone del genere opposto e persone del loro stesso genere.
  • Le persone pansessuali sono attratte da persone di tutti i generi.
  • Le persone asessuali non provano nessun tipo di attrazione sessuale per persone di nessun genere.

Come dicevamo, queste categorizzazioni non sono nette e probabilmente non sono neanche definitive, oltre al fatto che è ancora aperto il dibattito sul fatto di inserire la asessualità tra gli orientamenti oppure dargli una definizione diversa.

La cosa interessante e, credo, utile a questo punto è fare qualche precisazione perché questo argomento, insieme a quello dell’identità di genere, è forse quello che porta ad una maggiore confusione.

Vediamo allora di fare un paio di distinzioni :).

L’aspetto da prendere in considerazione quando si parla di orientamento è il genere, non il sesso biologico: la nostra attrazione è rivolta a delle persone, che si identificano in un genere e lo esprimono, che poi quelle persone abbiano anche dei caratteri sessuali – e che ce li abbiano fin dalla nascita o meno – questo è un altro discorso. Per fare un esempio: possiamo definire etero una donna transgender o transessuale che sia attratta dal genere maschile.

Un’altra cosa su cui spesso si fa confusione è questa: il poliamore, la poligamia e la cosiddetta “coppia aperta” – che sono tre cose diverse tra loro – non sono orientamenti sessuali, ma sono modi diversi di stare in relazione rispetto alla “classica” coppia eterosessuale monogama e sono anche un modo diverso di intendere e di concepire l’amore e le relazioni romantiche. Per capirci: persone di qualunque orientamento possono voler intraprendere una relazione poliamorosa, ad esempio, perché evidentemente la considerano più in linea con il modo in cui si concepisce l’amore e le relazioni. 

L’ultima fondamentale precisazione riguarda proprio il concetto di scelta: l’orientamento sessuale non è mai una scelta, né qualcosa che va corretto o modificato. I tentativi di modificare l’orientamento delle persone omosessuali, spesso tra l’altro ragazzi giovanissimi, vengono chiamati “terapie riparative” ma non hanno nulla di scientifico, né tantomeno di terapeutico e portano delle conseguenze psicologiche devastanti in chi è costretto a subirle.

In questa puntata abbiamo parlato di andare oltre i dualismi, le categorie e le rigidità per osservare e comprendere un aspetto fondamentale della nostra identità con gli occhi dell’osservatore imparziale, potremmo dire, con gli occhi del ricercatore.

Ed è proprio con le parole di un ricercatore ormai noto che si conclude questa puntata.

«Il mondo non è diviso in pecore e capre. Non tutte le cose sono bianche o nere. È fondamentale, nella tassonomia, ricordare che la natura raramente ha a che fare con categorie discrete. Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto.

Alfred Charles Kinsey

FONTI:

APA – American Psychological Association. Sexual Orientation & Homosexuality.

Lingiardi V., Nardelli N. Linee Guida per la consulenza psicologica e la psicoterapia con persone lesbiche, gay e bisessuali. Raffaello Cortina Editore (2014).

Brotto L.A., Yule M. Asexuality: Sexual Orientation, Paraphilia, Sexual Dysfunction, or None of the Above? Archives of Sexual Behavior (2015).

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