Simon LeVay è un neuroscienziato che ha dedicato gran parte del suo lavoro come ricercatore allo studio dell’orientamento sessuale e, in particolare, a cercare di scoprire quali sono le cause che, in una persona, determinano il manifestarsi di un orientamento piuttosto che un altro.
Quest’estate ho letto il suo libro Gay, Straight and The Reason Why. The Science of Sexual Orientation, tradotto in italiano in Gay si nasce? Le Radici dell’Orientamento Sessuale in cui spiega la sua teoria e gli studi che lo hanno portato a formularla. Per quelli che sono nerd come me, lascio una nota in fondo all’articolo in cui lo descrivo più in dettaglio, ma per introdurre l’argomento ci basta la versione breve: LeVay ha riscontrato una differenza organica tra i cervelli delle persone etero e quelli delle persone gay e la sua speranza era quella di aver trovato la prova tangibile e misurabile del fatto che l’omosessualità sia naturale, nel senso che non è né una scelta, né il risultato di stimoli ambientali.
Una cosa che sappiamo per certo è che nessun orientamento sessuale può essere scelto, ma c’è ancora molta ricerca da fare e le conclusioni di LeVay sono tutt’altro che definitive. Leggere il suo libro, ad ogni modo, mi ha fatto riflettere su una conversazione che ancora oggi ci può capitare di sentire (o di avere) al bar, in tv o in famiglia: l’omosessualità è naturale?
Le vere domande, secondo me, sono: cosa significa naturale? E perché ci interessa riguardo all’omosessualità?
A cosa serve scoprire le cause dell’omosessualità?
La domanda più corretta sarebbe: a cosa serve capire le cause dell’orientamento sessuale, in generale?
Dal punto di vista scientifico, l’orientamento sessuale non è altro che un aspetto del comportamento umano e della nostra identità, degno di essere studiato e compreso come qualunque altro: il fine, come sempre, è quello di conoscere e capire. L’omosessualità e gli altri orientamenti non etero sono poi – per ciò che ne sappiamo finora – meno frequenti dell’eterosessualità e quindi, forse per questo, si è più portati a interrogarsi sulla loro origine.
D’altro canto, le scoperte scientifiche non rimangono segrete, ma vengono divulgate e tutti noi usiamo queste informazioni per farci un’idea di un certo argomento, soprattutto quando un tema di interesse scientifico è anche di interesse sociale e politico.
Ritornando al nostro discorso, alcuni basano la propria opinione negativa sull’omosessualità sulla convinzione che non sia naturale perché non preserva la continuazione della specie. Altri basano la propria opinione positiva sull’omosessualità sulla convinzione che sia naturale perché esiste anche nel mondo animale.
Chiedersi quindi quale sia la causa dell’omosessualità – e dell’orientamento sessuale in genere – è sensato e interessante sia dal punto di vista scientifico, perché ci permette di capire sempre di più sul comportamento umano in tutte le sue forme; sia dal punto di vista sociale, perché una maggiore comprensione potrebbe aiutarci ad avere conversazioni più costruttive su un tema tanto attuale ed importante.
Per fare questo, però, secondo me dobbiamo andare oltre il concetto di naturale, che è limitante e si presta a parecchi fraintendimenti.
Cosa significa “naturale”?
Per contestualizzare meglio la teoria di LeVay, ho studiato una lunga rassegna intitolata Sexual Orientation, Controversy and Science, in cui gli autori fanno anche una riflessione riguardo ai termini che vengono più comunemente utilizzati – sia nelle pubblicazioni scientifiche, sia nelle comuni conversazioni – quando si cerca di capire se un comportamento umano sia innato o appreso.
Compilando questa tassonomia, gli autori mostrano come spesso il termine naturale venga in realtà interpretato in diversi modi, dando origine a dei fraintendimenti, ad esempio:
- Naturale = Genetico. Non sono sinonimi. Genetico riguarda la genetica, i geni o il DNA ma ciò che può essere considerato naturale non ha necessariamente a che fare con la genetica.
- Naturale = Congenito. Ovvero che è presente fin dalla nascita. Ciò che è congenito è naturale ma anche ciò che non è congenito può far parte di uno sviluppo naturale, pensiamo ad esempio allo sviluppo di un bambino.
- Naturale = Secondo Natura. Dipende: quale Natura? Se immaginiamo la Natura come un ecosistema rigido, fatto di leggi invariabili ed inflessibili, allora abbiamo un’idea davvero troppo semplicistica della Natura. In Natura prospera le diversità. Se, invece, come Natura intendiamo la natura umana, in questo caso ogni orientamento è naturale. L’omosessualità – come tutti gli altri orientamenti – è una variante naturale del comportamento umano perché fa parte della natura umana, si presenta spontaneamente, senza che si possa scegliere o forzare.
- Naturale = Che serve alla continuazione della specie. C’è un bellissimo podcast che si chiama Il Gorilla Ce L’Ha Piccolo, in cui due etologi raccontano la sessualità degli animali. E, puntata dopo puntata, scopri che non è così diversa dalla sessualità umana: esistono i rapporti monogami e non; i tradimenti; il sesso eterosessuale e omosessuale; il sesso di gruppo e la masturbazione. Esiste l’accoppiamento per riprodursi, ma esiste anche quello per ristabilire i rapporti di potere, quello per “sfogarsi” e quello fatto per puro piacere.
Il concetto che il sesso abbia senso solo a fini riproduttivi non ha a che vedere con la Natura, ma con una morale che si può condividere o meno, ma che comunque non ha nulla a che fare con la Natura. - Naturale = Che non può variare nel corso del tempo. Il cambiamento, la flessibilità, l’adattamento, la fluidità sono caratteristiche della Natura stessa, in tutte le sue forme. La sessualità umana, compreso l’orientamento sessuale, non fanno eccezione e questo è spiegato molto bene dal concetto di fluidità sessuale: la sessualità umana è, infatti, di per sé fluida e l’orientamento sessuale è sicuramente una dimensione tendenzialmente stabile della nostra identità, ma non è immutabile. Molti di noi non sperimentano cambiamenti nel proprio orientamento, altri invece sì. E, in entrambi i casi, è naturale.
- Naturale = Che non è influenzato da fattori ambientali. Il mondo non è un laboratorio, dove si possono isolare le variabili ed eliminare i fattori esterni. Tutti nasciamo in un ecosistema e siamo, inevitabilmente, il prodotto di una costante interazione tra ciò che abbiamo di innato e gli stimoli dell’ambiente che ci circonda. Questo avviene per tutti gli esseri viventi, non solo per noi. Nessuno è immune dall’ambiente in cui vive, ma non per questo ogni nostra interazione con questo ambiente è una forzatura contro natura, anzi: sarebbe tutto fuorché naturale non esserne minimamente influenzati. Sappiamo che l’orientamento sessuale è una caratteristica che non si può indurre, insegnare o modificare forzatamente, ma ancora non sappiamo se ci sono dei fattori esterni alla persona che lo influenzano in qualche modo.
- Naturale = Normale. Dove per normale intendiamo ciò che è la norma, ovvero ciò che si presenta più frequentemente: potremmo dire, ciò che si riscontra nella maggioranza dei casi. In Natura esistono moltissime eccezioni – proprio perché la diversità è alla base della prosperità – e la natura umana non fa eccezione. Gli orientamenti sessuali diversi da quello etero sono, dai dati che la scienza ha raccolto finora, una minoranza. Il fatto che un fenomeno avvenga meno frequentemente non ha, però, nulla a che vedere con la sua naturalità: in Natura esistono i fenomeni comuni e quelli rari, le norme e le eccezioni.
Perché te lo chiedi?
L’omosessualità, quindi, è naturale?
Se con questa domanda vuoi chiederti “È un comportamento coerente con la natura umana?”, allora la risposta la trovi nei paragrafi precedenti. Ancora non sappiamo esattamente cosa determini un orientamento piuttosto che un altro. E forse, scoprirne la causa aiuterà in qualche modo la comunità LGBT+.
Se, invece, con questa domanda vuoi chiederti “Quindi è legittima?” oppure “Posso convincere gli altri del fatto che è legittima?”, allora la risposta secondo me è “Perché te lo chiedi?”.
Chi non concepisce l’esistenza dell’omosessualità perché non rientra in ciò che per lui/lei è accettabile, è probabile che continui a non accettarla nonostante gli si dimostri che è naturale. Chi, invece, concepisce una sessualità piena di sfaccettature e crede che tutti gli esseri umani, qualunque sia il loro orientamento, debbano essere rispettati e godere degli stessi diritti ha un valore che non ha bisogno del riscontro scientifico.
E tu che significato dai alla parola naturale?
FONTI:
LeVay S. Gay, Straight and The Reason Why. The Science of Sexual Orientation. Oford University Press, 2010.
Bailey J.M., Vasey P.L., Diamond L.M., Breedlove S.M., Vilain E., Epprecht M. Sexual Orientation, Controversy and Science. Psychological Science in the Public Interest, 2016.
NOTA: LO STUDIO DI SIMON LEVAY
Nel 1991 la rivista scientifica Science pubblica per la prima volta i risultati di uno studio condotto da LeVay in cui il neuroscienziato confrontava la grandezza di un piccolo gruppo di cellule chiamate INAH-3 – che si trovano in un’area del cervello chiamata ipotalamo – nel cervello di 19 uomini gay e 17 uomini presumibilmente etero. Secondo i risultati di questo studio, queste cellule sono più piccole negli uomini gay e, secondo la teoria di LeVay, questa differenza potrebbe essere spiegata da una diversa esposizione a ormoni maschili e femminili a cui queste persone sono state sottoposte nell’utero materno, nel periodo vicino alla nascita.
La spiegazione in effetti non nasce dal nulla.
L’ipotalamo è una delle strutture più “antiche” del nostro cervello – ovvero una di quelle che si sono formate per prime nell’arco della nostra evoluzione – ed è il centro di controllo di molti e importantissimi meccanismi regolatori del nostro organismo: dalla sensazione della fame alla secrezione degli ormoni, passando per la regolazione degli stati emotivi e il comportamento sessuale.
Inoltre, questa teoria nasce da un precedente scientifico: in alcune specie animali, infatti, è stata individuata una regione del cervello chiamata SDN-POA che ha dimensioni diverse nei maschi e nelle femmine e che si trova, anch’essa, nell’ipotalamo. È stato dimostrato che la differenza di quest’area tra maschi e femmine dipende dagli ormoni a cui i feti sono esposti nel periodo immediatamente prima della nascita e, manipolando i livelli di testosterone, era possibile manipolare la grandezza del SDN-POA in questi animali e, di conseguenza, riscontrare nei comportamenti sessuali tipicamente maschili nelle femmine e viceversa.
Secondo LeVay, in pratica, le cellule INAH-3 sono il corrispettivo umano delle cellule SDN-POA presenti negli animali.
Alcuni limiti dello studio:
– Il campione di persone esaminate da LeVay è molto piccolo;
– Le misurazioni di LeVay sono state effettuate dissezionando il cervello di persone morte a causa dell’AIDS. È stato quindi ipotizzato che la malattia abbia avuto delle ripercussioni sia sulla struttura del loro cervello, sia sui loro livelli ormonali e che questo abbia influenzato lo studio;
– Le cellule NAH-3 sono minuscole, grandi più o meno come un granello di sabbia. È stato quindi sottolineato che è improbabile che la differenza nella grandezza di queste cellule possa essere davvero così significativa da determinare l’orientamento sessuale di una persona.