Cos’è la bisessualità
La bisessualità è un orientamento sessuale che consiste nell’attrazione erotica/affettiva nei confronti di persone sia di genere femminile, sia di genere maschile.
Come per gli altri orientamenti, ha più senso, in realtà, parlare di bisessualità al plurale (le bisessualità), perché persone diverse possono definirsi bisessuali pur vivendo sensazioni e sentimenti molto diversi tra loro: ad esempio provare attrazione sia per uomini che per donne, sentirsi limitati dal definirsi all’interno di un orientamento sessuale univoco, non considerare il genere come caratteristica rilevante di un possibile partner, ecc.
Le cose importanti da sottolineare sono due:
- l’orientamento sessuale riguarda il genere da cui si è attratt* e non il sesso biologico della persona da cui si è attratt*
- le “etichette” servono per autodefinirsi, non per farsi definire da qualcun altro: da qui la possibilità di definirsi bisessuali semplicemente perché ci si riconosce in questa identità, a prescindere da quelle che sono state le proprie esperienze e relazioni.
Le persone che si riconoscono in questo orientamento devono spesso confrontarsi con atteggiamenti e pregiudizi specifici, che possono arrivare anche dalla comunità LGBT+ stessa. Questi atteggiamenti e comportamenti possono essere definiti bifobici: la bifobia (corrispettivo dell’omofobia riferito, nello specifico, alle persone bisessuali) è un insieme di atteggiamenti, comportamenti e linguaggi svalutanti, aggressivi o violenti nei confronti delle persone bisessuali.
In particolare, in questo articolo voglio parlare di tre aspetti della bifobia con cui le persone bisessuali si devono costantemente confrontare:
Alla fine dell’articolo, troverai due brevi elenchi di suggerimenti per cercare di combattere la bifobia, o quantomeno di tutelarsi da essa: il primo rivolto alle persone bisessuali, il secondo rivolto a tutt*.
L’invisibilità delle persone bisex
Molte persone bisessuali riportano un disagio particolare rispetto alle persone degli altri orientamenti non etero, ovvero quello causato dal veder negata l’esistenza stessa della bisessualità come identità definita e a se stante: l’emozione provata da molte persone bisessuali è quella di sentirsi “non viste” all’interno di una società che si esprime per polarizzazioni e dicotomie, in cui tutto ciò che si pone “nel mezzo” sembra non essere neppure considerato.
In effetti, questo atteggiamento si nota spesso anche a livello comunicativo.
Ad esempio, si assiste spesso ad una contrapposizione tra eterosessualità e omosessualità (che sia all’interno di dichiarazioni politiche ufficiali o di dibattiti tra persone comuni), tralasciando l’esistenza degli altri orientamenti non etero. Oppure viene spesso utilizzata la parola omo-transfobia al posto della più completa omo-bi-transfobia , escludendo così la bifobia dai comportamenti discriminatori nei confronti delle identità sessuali minoritarie.
Non includere esplicitamente le persone bisessuali all’intrno delle possibili vittime di questi comportamenti, significa non porre attenzione sui rischi e le conseguenze che esistono anche per loro e che possono compromettere la loro benessere psicologico.
È molto importante, quindi, per la salute delle persone bisessuali, che la loro identità venga esplicitamente ed intenzionalmente riconosciuta, prima ancora di essere accettata.
“È solo una fase”, “Sei solo indecis*”: la pressione sociale di dover “scegliere”
Il concetto stesso di bisessualità costringe ad andare oltre la dualità (o contrapposizione) tra etero- e omosessualità, così come l’esistenza di identità sessuali non binarie costringe a superare la dicotomia maschio-femmina.
Ciò che si pone “nel mezzo” o che abbraccia più possibilità contemporaneamente viene spesso considerato ambiguo, poco comprensibile e per questo in qualche modo imprevedibile, se non addirittura minaccioso. Da qui, probabilmente, l’origine della bifobia.
Possiamo considerare bifobici anche quegli atteggiamenti e quei linguaggi che negano la bisessualità come orientamento e identità e la considerano una forma di indecisione o una fase di passaggio, che finirà quando la persona bisessuale si “chiarirà le idee”.
Questa pressione sociale a “dover prendere una decisone” che sia più chiara e comprensibile per gli altri può far sentire le persone bisessuali non comprese e sminuite, se non del tutto sbagliate, creando così insicurezze, malessere e disagio verso se stesse e la propria identità.
La bifobia degli altri può trasformarsi così in bifobia interiorizzata, ovvero la persona bisessuale finisce per provare verso se stessa quella disapprovazione che sente arrivare dall’esterno e ponendo a ste stessa quella stessa pressione di dover “fare una scelta”.
Spesso, quindi, chi vive questa situazione potrebbe desiderare di avere un orientamento che considera più “definito” (omo- o eterosessuale che sia), con la speranza che, una volta raggiunto questo “traguardo”, il disagio e la confusione che prova svaniscano.
Se, da un lato, è vero che alcune persona vivono una fase di bisessualità come un periodo di esplorazione della propria identità, che può anche concludersi con l’identificazione in un orientamento diverso, dall’altro ce ne sono molte altre che si riconoscono pienamente in un orientamento bisessuale. Per queste ultime è quindi svilente – e anche rischioso, dal punto di vista psicologico – ricevere dall’esterno il messaggio secondo cui la loro non è un’identità, ma quasi una forma di immaturità.
“Quindi tu vai a letto con tutt*?”: la bisessualità confusa con la promiscuità sessuale
La promiscuità sessuale non è assolutamente da intendere in senso giudicante o negativo: con questi termini si intende un modo di vivere la sessualità che comprende frequenti rapporti occasionali con partner diversi. Se la persona che decide di vivere la propria sessualità in questo modo lo fa per sua scelta, con consapevolezza e stando attenta alla propria salute e a quella dei partner non è qualcosa da considerare negativamente.
Detto questo, è però un pregiudizio svalutante – che possiamo includere negli atteggiamenti bifobici – quello secondo cui tutte le persone bisessuali abbiano necessariamente una vita sessuale promiscua, passino con leggerezza da un partner all’altro e non siano interessate a relazioni stabili e durature.
Il fatto di essere attratt* sia dal genere femminile sia dal genere maschile non influenza, di per sé, il desiderio che una persona può manifestare di avere un rapporto stabile o creare una famiglia, né implica una raddoppiata propensione all’infedeltà (così come viene comunemente intesa nelle relazioni monogame).
Questo pregiudizio potrebbe essere legato, in parte, proprio all’associazione diretta che alcune persone fanno tra bisessualità e relazioni non monogame, facendo però in questo modo ulteriore confusione: infatti, non tutte le persone bisessuali sono interessate ad avere relazioni non monogame (come quelle poliamorose, per esempio), ma è anche un ulteriore pregiudizio quello secondo cui queste ultime coinciderebbero con la promiscuità sessuale.
Sentirsi vittima di questi pregiudizi, può portare una persona bisessuale ad avere difficoltà e timori ad approcciare un eventuale partner o ad intraprendere una relazione amorosa. La paura di non essere accettat* e di non essere considerat* degn* di fiducia può portare a provare un basso livello di autostima e a svalutare se stess*, con tutte le difficoltà personali e relazionali che ne possono derivare.
Come combattere la bifobia? Consigli per le persone bisessuali
Sia che tu ti riconosca pienamente in un orientamento bisessuale, sia che tu stia esplorando la tua identità, le relazioni con gli altri e il confronto con gli stereotipi e le pressioni sociali non è mai semplice.
In questi casi, può farti sentire meglio ricordarti che:
- L’orientamento sessuale, qualunque esso sia, non è mai sbagliato
- L’esplorazione della propria sessualità è estremamente utile per conoscersi meglio e vivere le relazioni in modo più soddisfacente
- Sentirsi confus* è possibile a qualunque età e in diverse fasi della vita: provare a comprendere cosa la tua “confusione” ti sta comunicando può essere molto più utile che cercare di allontanarla o far finta di niente
- Non sei costrett* a “decidere”, soprattutto se a chiedertelo sono gli altri: se alcune persone non riescono ad accettare o comprendere la tua identità, sono loro a dover affrontare la loro incapacità (magari momentanea) di capirti.
Come combattere la bifobia? Consigli per tutt*
Comprendere un’identità o un orientamento diverso dal nostro non sempre è qualcosa di immediato: a qualcuno viene naturale, mentre altri possono essere fuorviati da pregiudizi o errate informazioni che spesso non sanno neppure di avere.
A prescindere dalla tua capacità di comprendere e condividere ciò che non ti riguarda direttamente, puoi però sempre adottare comportamenti e atteggiamenti che siano rispettosi delle persone bisessuali e che contribuiscano a salvaguardare la loro salute psicologica e il loro benessere.
Per fare questo, può essere utile ricordarti che:
- L’orientamento sessuale, qualunque esso sia, non è mai sbagliato
- Non è detto che un orientamento che non sia rivolto ad un solo genere (maschile/femminile) sia una forma di immaturità o di indecisione: la sessualità umana è naturalmente fatta di sfaccettature, non di opposti tra cui “scegliere”
- L’orientamento sessuale non è mai una scelta: non possiamo decidere da chi sentirci attratt*
- È inutile e controproducente fare pressioni su una persona bisessuale affinché scelga un unico genere da cui essere attratta, oltre che essere dannoso per il suo benessere psicologico
- Può avere grandi effetti positivi far sentire una persona bisessuale vista, riconosciuta e accettata esattamente per ciò che è
- Interessarsi al “mondo” dei sentimenti e delle relazioni di una persona bisessuale (se quest’ultima è d’accordo), facendo domande con delicatezza e sospendendo il giudizio, può aiutarti a comprendere meglio ciò che ora ti crea dubbi e perplessità.
FONTI:
Lingiardi V., Nardelli N. Linee Guida per la Consulenza Psicologica e la Psicoterapia con Persone Gay, Lesbiche e Biessuali. Raffaello Cortina Editore, 2014.
LINK E RISORSE UTILI:
CNOP – Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi: https://www.psy.it/
Come non soffrire se ho una ” relazione ” con un bisessuale da 8 anni che ha moglie e figli e a me toccano solo le briciole? Dopo 8 anni è doloroso!
Ciao Paolo, scrivimi a lauramassaripsicologa@gmail.com per parlarne insieme.